
Il progetto “Breathing Himalaya: Impariamo a Respirare” illustra come l’inquinamento pesi sulla salute dei polmoni.
Sia quello esterno, sia quello di tipo domestico, prodotto dai combustibili utilizzati per cucinare e riscaldare ambienti mal ventilati.
Limitare l’impatto dell’inquinamento indoor e outdoor per prevenire le malattie respiratorie croniche: parte da Milano un progetto di sensibilizzazione che punta ad arrivare fino ai piedi dell’Himalaya.
Il progetto si chiama infatti “Breathing Himalaya: Impariamo a Respirare” e rientra nel programma SHARE – Stations High Altitude for Research on the Environment, rivolto al monitoraggio climatico e ambientale nelle zone d’alta quota nel nostro Pianeta, focalizzandosi in particolare lungo la valle del Khumbu. SHARE si è concentrato sull’inquinamento domestico e sulla raccolta di dati relativi all’incidenza di patologie respiratorie, evolvendosi poi in iniziative educazionali in grado di divulgare, tra un pubblico eterogeneo, le preziose informazioni ottenute.
Sensibilizzazione e prevenzione, soprattutto del pubblico più giovane, possono infatti contribuire, secondo gli esperti, ad una diagnosi sempre più precoce di malattie respiratorie fin dalle fasi iniziali, migliorando al tempo stesso i risultati delle terapie oggi disponibili. «I dati raccolti dal Comitato Ev‐K2‐CNR lungo la Valle del Khumbu e presso il Laboratorio‐Osservatorio Piramide a 5.050 metri di quota sul versante nepalese del monte Everest - afferma Agostino Da Polenza, presidente del comitato che cura il progetto - si trasformano, così, in un momento di informazione e riflessione su una esperienza tutta italiana di studio e solidarietà».
La Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva, BPCO, quarta causa di morte al mondo, trova tra i fattori di rischio accertati il fumo, anche se, ricordano gli esperti, non bisogna sottovalutare l’incidenza dell’inquinamento, sia quello esterno dovuto alle emissioni dei veicoli, sia di tipo domestico, prodotto dai combustibili utilizzati per cucinare e riscaldare ambienti mal ventilati. «Le popolazioni più esposte all’inquinamento indoor sono quelle delle aree in via di sviluppo dove vengono utilizzate le biomasse (legna, sterco, residui del raccolto) per il riscaldamento e la cucina, bruciandole in bracieri aperti, spesso in assenza di camini – sottolinea Paolo Bonasoni, Responsabile Scientifico del Progetto SHARE. Generalmente è piuttosto difficile diversificare il ruolo di questi fattori di rischio, dato che spesso la popolazione è esposta a più fattori contemporaneamente».
Ecco dunque le ragioni dell’iniziativa “Breathing Himalaya: Impariamo a respirare”, supportata da una serie di eventi lungo tutto il Belpaese: Milano è la prima tappa, e proprio nel capoluogo lombrado, così spesso attanagliato da inquinamento atmosferico e polveri sottili aprirà la mostra fotografica, itinerante e interattiva, volta a promuovere, come sottolinea De Polenza, soprattutto tra il pubblico più giovane, una cultura della salute.
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