
Roma, 18 giu. (Adnkronos Salute) - Un motivo in più per recarsi in ufficio felici: l'aria condizionata. Con la prima ondata di caldo sull'Italia e le temperature che oggi superano i 35° C su molte città italiane, chi ha la fortuna di avere un impiego se ne rallegrerà ancor di più, proprio per merito del refrigerio che è possibile trovare sul luogo di lavoro.
Ma attenzione: con i getti troppo 'ghiacciati' e i filtri d'aria non accuratamente puliti, possono manifestarsi problemi di salute legati alla climatizzazione, che può essere nociva non solo se impostata a temperature troppo basse. Il problema può risiedere anche nei filtri sporchi, ricettacolo "di batteri, in particolare quello della legionella, ma anche di miceti e parassiti", dice all'Adnkronos Salute Ivo Iavicoli, tossicologo dell'Istituto di medicina del lavoro dell'università Cattolica di Roma.
"La possibile diffusione, negli ambienti di vita e di lavoro, di microrganismi da parte degli impianti di condizionamento - spiega l'esperto - è correlata principalmente a una non corretta manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti stessi. Infatti, le particolari condizioni microclimatiche presenti all'interno degli impianti di condizionamento favoriscono la proliferazione dei microrganismi e la loro conseguente immissione negli ambienti. Il caso storicamente più conosciuto di epidemia dovuto alla diffusione di microrganismi da parte degli impianti di condizionamento è quello avvenuto nel 1976 tra i partecipanti al raduno della Legione Americana al Bellevue Stratford Hotel di Philadelphia. In quell'occasione, 221 persone contrassero una particolare forma di polmonite precedentemente non conosciuta, e di queste 34 morirono. La fonte di contaminazione batterica fu identificata nel sistema dell'aria condizionata dell'albergo e il batterio responsabile fu denominato Legionella pneumophila".
"Un non corretto utilizzo degli impianti di condizionamento con una regolazione della temperatura su valori eccessivamente bassi - prosegue Iavicoli - può determinare l'insorgenza di svariati effetti nocivi per la salute dell'uomo. I più frequenti sono rappresentati da lombalgie, mal di gola, raffreddore, dolori addominali, torcicollo, ma anche bronchiti, polmoniti e infezioni batteriche. Inoltre, l'esposizione a un ambiente in cui uno o più parametri termici non sono adeguati o la qualità dell'aria indoor risulta scadente può comportare la comparsa di diverse sindromi come la 'Malattia correlata all'edificio' o la 'Sindrome dell'edificio malato'".
Le disposizioni normative sugli impianti di condizionamento e ventilazione "stabilisce i seguenti parametri per gli impianti di condizionamento - elenca l'esperto - Nella stagione calda, in cui è necessaria la refrigerazione dell'aria, la differenza di temperatura dell'aria tra l'esterno e l'interno non deve superare il valore di 7 °C, mentre l'umidità relativa deve essere compresa tra il 40 e il 50%. Nelle stagioni in cui è necessaria la refrigerazione dell'aria la temperatura interna deve essere mantenuta tra i 18 °C e i 20 °C e l'umidità relativa deve essere compresa tra il 40 e il 60%. Gli impianti di condizionamento dell'aria necessitano di manutenzione periodica e programmata sia per garantire la continua efficienza delle parti meccaniche, elettriche e idrauliche, sia per prevenire che diventino fonte inaspettata di inquinanti fisici chimici e biologici".
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