Parkinson, aumenta il rischio del 60% con l'esposizione a pesticidi e solventi

Il sospetto che l’esposizione a pesticidi, solventi ed erbicidi faccia aumentare il rischio di ammalarsi di morbo di Parkinson trova conferma in uno studio italiano pubblicato sulla rivista Neurology. L’analisi, opera di ricercatori del Policlinico San Matteo di Pavia e del Centro Parkinson degli Istituti Clinici di Perfezionamento di Milano, ha preso in esame un centinaio di ricerche condotte in passato, concludendo che «l’aumento del rischio è in media del 60 per cento per l’esposizione a pesticidi e solventi, del 40 per cento per gli erbicidi e un po’ più basso per gli insetticidi» dice Emanuele Cereda, primo firmatario dell’articolo.

IL PARKINSON IN ITALIA - Ogni anno, in Italia la malattia di Parkinson colpisce 20 persone su 100.000. «Tradotto in cifre, l’aumento del 60 per cento significa un eccesso di circa 10-12 casi su 100.000 abitanti» chiarisce il medico. L’indagine ha preso in esame chi è a contatto quotidianamente con quei composti per motivi occupazionali; tuttavia, i lavoratori potenzialmente interessati sono molti, perché le sostanze sotto accusa sono numerose (oltre a quelle usate in agricoltura, l’elenco include certe vernici, la benzina, alcune colle e la trielina) e comuni in svariate professioni. «Il fenomeno riguarda i coltivatori, ma anche i lavoratori di petrolio, plastica e gomma, gli imbianchini e i laccatori, i meccanici, i tipografi e i litografi, i lavoratori della pelle e quelli tessili, il personale delle lavanderie» elenca Cereda.

 

COME PROTEGGERSI - Per proteggersi «il consiglio è dotarsi di mascherine e guanti, come peraltro è già previsto in molte di queste professioni» dice il medico. Non esistono invece dati che leghino il consumo di alimenti provenienti da campi coltivati con pesticidi ed erbicidi con la malattia, «ma questa eventualità non può essere esclusa» avverte il medico «ed è un motivo in più per accertarsi che la frutta e la verdura che si portano in tavola siano sempre ben lavate». Nello studio di Neurology appare infine chiaro che il rischio aumenta con la durata dell’esposizione e che le molecole più nocive sono il diserbante paraquat, che da qualche anno non è più autorizzato in Europa, e gli anticrittogamici maneb/mancozeb. «Anche il fatto di essere stati esposti a miscele di sostanze accentua il fenomeno, dato che l’effetto tossico è additivo» riprende l’esperto. I numeri assolvono invece il DDT e i fungicidi.

 

IL MECCANISMO - Il meccanismo fisiologico attraverso cui le sostanze indagate danneggiano il cervello è stato chiarito solo in parte. «Certamente, i neuroni dopaminergici, quelli cioè che muoiono nella malattia di Parkinson, sono più sensibili degli altri all’azione tossica di questi composti, che agiscono inibendo le centrali energetiche delle cellule e aumentando lo stress ossidativo» conclude Cereda. «Non sappiamo però se sia più nociva l’inalazione, l’ingestione o il contatto attraverso la pelle. Su questo aspetto e su altri occorre studiare ancora».

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